L’Epifania, che tutte le feste porta via.
Nella tradizione veneta, per il giorno dell’Epifania è usanza preparare la PINZA, un dolce povero con ingredienti tipici delle tradizione contadina. Si mangia accompagnata dal vin brulè in occasione del panevin, un falò che consiste nel bruciare cataste di legno e frasche alla vigilia dell’Epifania. La direzione delle scintille viene interpretata come presagio per il futuro: se va a mattina (oriente) ciol su’l sac e va a farina, cioè sarà un anno di magra; se va a sera (occidente) pan e poenta a pien caliera, quindi sarà un anno prospero.
Ci sono diversi modi per preparare la pinza: la base può essere pane raffermo oppure polenta con farina di mais a cui si aggiungono a piacere vari ingredienti quali uva passa, pinoli, noci, fichi secchi, semi di finocchio ecc. La lievitazione dipende dalla zona: i miei nonni di Susegana, sinistra Piave, la preparano lievitata con polenta gialla e zucca (è la pinza che vedete in foto); mentre, mia nonna di Preganziol, destra Piave, la fa senza lievito con pane raffermo quindi molto più bassa e compatta.